Packaging sostenibile: cosa è e le novità di settore.

Packaging sostenibile: siamo già nel futuro. 

Il futuro degli imballaggi industriali sta mutando molto velocemente e uno step obbligato di questa evoluzione è la transizione ecologica in atto, che si focalizza sull’utilizzo di materiali sempre più eco compatibili, a impatto zero e funzionali alla riciclabilità, al riuso e alla riduzione: “Riduci, riusa, ricicla”, il motto delle “3R” della sostenibilità.

Il packaging sostenibile è uno degli obiettivi che l’Unione europea si impegna a raggiungere nell’ambito delle nuove politiche ambientali con il patto di Parigi del 2015 e  l’agenda delle Nazioni Unite del 2030 con  17 obiettivi di sostenibilità. Ma quali sono le caratteristiche che deve rispettare per essere ritenuto sostenibile? 

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Circular Economy Package: un mondo senza rifiuti

La Circular Economy- economia circolare

La Circular Economy o meglio, l’economia circolare, rappresenta il futuro del nostro pianeta, nonché il futuro del nostro approccio all’industria e alla produttività. In che modo? Questo sistema economico è stato ideato per potersi rigenerare da solo, ovvero per poter reintegrare nell’ambiente tutti i materiali di scarto che sono arrivati al termine del loro utilizzo. La circular economy fa largo impiego delle fonti energetiche rinnovabili, di intense attività di ricondizionamento dei materiali e di una marcata riduzione della produzione di rifiuti. Il principio fondamentale su cui si regge questo sistema innovativo è che i rifiuti non esistono: ciascun componente di ogni singolo prodotto deve essere progettato con l’obiettivo di poter essere riutilizzato in seguito e riproposto in un nuovo ambito.

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17 obiettivi per la sostenibilità

Verso la sostenibilità

17 obiettivi di sostenibilità

Nel settembre del 2015 i governi dei 193 paesi membri dell’Onu hanno firmato l‘Agenda 2030 per la sostenibilità con l’obiettivo di raggiungere 17 obiettivi fondamentali entro il 2030.

Ma dopo la firma di questi importantissimi accordi, come sta andando il percorso per il raggiungimento di questi obiettivi?

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4a Giornata nazionale contro lo spreco alimentare

lo spreco annuoVi è mai capitato di andare al supermercato all’ora di chiusura, di apprestarvi a comprare qualcosa al banco pescheria e vedere i commessi che, mentre tu decidi cosa prendere, riempiono sacchi neri di pesce fresco poco prima sul bancone?
E alla domanda: “ma cosa sta facendo?”, ricevere come risposta (rassegnata) “LI STO BUTTANDO”!!!

Che terribile sensazione di sgomento, di ingiustizia, di qualcosa di profondamente sbagliato! Tanta ricchezza buttata così, sprecata inutilmente. E se penso al pesce, anche a quante vite sono state stroncate inutilmente, a quante persone soffrono di mal-nutrizione a quanti muoiono di fame!

Ecco, questo è solo una delle grandi storture del nostro sistema. Solo un piccolissimo esempio domestico…

La 4a giornata nazionale contro lo spreco alimentare

Non potevamo non fare un accenno ad un’importante celebrazione di oggi; è un tema troppo importante per non spendere almeno 5 minuti di riflessione su come i nostri comportamenti debbano davvero cambiare.

Lo spreco alimentare sul pianeta costa ogni anno 1.000 miliardi di dollari.
– Questa cifra sale a 2.600 miliardi se si considerano i costi “nascosti” legati all’acqua e all’impatto ambientale.
– Ogni anno l’Ue getta 90 milioni di tonnellate di cibo.

E in italia?

Nel nostro paese lo spreco di cibo domestico – dalla dispensa di casa al frigorifero, dai fornelli al bidone della spazzatura – vale complessivamente 8,4 miliardi di euro all’anno =  6,7 euro settimanali a famiglia per 650 grammi circa di cibo sprecato = 0,5 del Pil = 1/2 della manovra economica.

L’immagine sotto ci aiuta a capire, anche se i dati sono di qualche anno fa, dove c’è il maggiore spreco e dove poter intervenire.

la catena dello spreco alimentare

Fonte: repubblica.it

Dobbiamo cambiare le regole!

Abbiamo affrontato spesso l’argomento come l’imballaggio incida e possa aiutare a diminuire lo spreco, aiutando una migliore conservazione degli alimenti e allungando il ciclo di vita del prodotto.

L’inchiesta Waste Watcher 2016 porta i packaging in prima linea nella lotta allo spreco alimentare:

– l’85% dei consumatori è consapevole dell’importanza dell’imballaggio rispetto alla conservazione o deperibilità del prodotto,
– il 64% il packaging è addirittura ‘indispensabile’
– il 93% dichiara di scegliere il pak sulla base della sua funzionalità, oppure della possibilità di riutilizzo (90%).
– Ma c’è di più: il 56% dei consumatori – più di un italiano su 2 – ha dicharato di essere disposto a “pagare qualcosa di più per avere imballaggi che aumentino la probabilità di utilizzo del prodotto, riducendone di conseguenza lo spreco».

Non so quanto questi dati siano poi, sul lato pratico, veritieri. Quello che noi vediamo invece a livello industriale è una scarsa sensibilità al packaging, confermata da una quasi nulla richiesta di prodotti bio. Speriamo di sbagliarci!

Quello che è vero è che dal lato personale invece possiamo fare molto: nella filosofia che debba essere sempre il prossimo a fare qualcosa, e che il nostro singolo comportamento non incida e non possa cambiare nulla, non si va davvero da nessuna parte.

E’ con il comportamento di ognuno che si cambiano le cose: se ognuno prendesse coscienza di questo, potremmo muovere il mondo, sradicare le logiche di mercato e di mero consumismo, i nostri comportamenti sbagliati. Potremmo riportare un equilibrio.

Basta quindi pensare in modo individualistico, cambiamo insieme perchè è giusto farlo, SOLO giusto, non economico, non interessante. E’ giusto perchè il rispetto per il mondo e per l’altro è un segno di civiltà e un modo per regalare un mondo migliore ai nostri figli.