Packaging sostenibile: cosa è e le novità di settore.

Packaging sostenibile: siamo già nel futuro. 

Il futuro degli imballaggi industriali sta mutando molto velocemente e uno step obbligato di questa evoluzione è la transizione ecologica in atto, che si focalizza sull’utilizzo di materiali sempre più eco compatibili, a impatto zero e funzionali alla riciclabilità, al riuso e alla riduzione: “Riduci, riusa, ricicla”, il motto delle “3R” della sostenibilità.

Il packaging sostenibile è uno degli obiettivi che l’Unione europea si impegna a raggiungere nell’ambito delle nuove politiche ambientali con il patto di Parigi del 2015 e  l’agenda delle Nazioni Unite del 2030 con  17 obiettivi di sostenibilità. Ma quali sono le caratteristiche che deve rispettare per essere ritenuto sostenibile? 

Un cambio di paradigma degli imballaggi industriali

Cosa pensiamo quando si parla di “packaging sostenibile”?
Nell’immaginario collettivo così come nella realtà, il packaging sostenibile è un imballaggio realizzato con materiali rinnovabili, naturali o riciclati che possono essere riutilizzati più volte, progettati e prodotti con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale, in opposizione ad un modello tradizionale di consumo  “usa e getta” fin ad esso proposto. Il modello tradizionale non solo non è più accettabile, ma non è più sostenibile se non vogliamo arrivare al collasso del nostro pianeta. 

L’attenzione verso la sostenibilità

Attualmente la società sta dimostrando una sempre crescente attenzione alla sostenibilità ambientale; anche nel packaging la sostenibilità rappresenta ora un tema centrale. Le aziende produttrici stanno vivendo un momento di forte transizione, da un lato sotto la pressione delle normative europee, che impongono ambiziosi obiettivi di riciclabilità degli imballaggi, e dall’altro da parte dei consumatori, che ricercano sempre più prodotti “green” e a basso impatto ambientale.

Arrivare ad un packaging sostenibile, non è però un percorso lineare come si può pensare: parlare di imballaggi sostenibili significa coinvolgere molti settori dell’industria, diverse competenze già in fase di progettazione, per arrivare alla logistica, fino al riciclo finale. 

Che cos’è un packaging sostenibile?

Come già illustro nel dettaglio nella nostra sezione del sito dedicata agli imballaggi sostenibili ed ecologici, lavorare sulla sostenibilità del packaging significa rispettare alcune caratteristiche fondamentali:

  • Risparmio di materia prima: ridurre il peso e il volume degli imballaggi al minimo;
  • Semplificazione dell’imballo: utilizzando la minor tipologia di materiali differenti possibile, fino ad arrivare alla monomaterialità.
  • Utilizzo di materiale riciclato e rinnovabili: progettare imballaggi che abbiano un secondo ciclo di vita dopo il loro impiego, favorendo così il modello circolare del riuso.
  • Riciclabilità: il consumatore è messo in grado di effettuare una corretta raccolta differenziata attraverso indicazioni chiare sulla natura dei materiali, senza difficoltà ed incertezze.
  • Compostabilità (per food packaging)
  • Facilità di separazione dei materiali di imballaggio
  • Riutilizzo: ispirandosi ai principi dell’economia circolare e delle “3R” “Riduci, riusa, ricicla” che oggi influenza in misura crescente i modelli di consumo della società attuale, sempre più sensibile e attenta alla sostenibilità ambientale.

Per garantire che un imballaggio sia realmente eco-friendly, inoltre l’Unione Europea mette a disposizione delle aziende alcuni strumenti come, ad esempio, il Life Cycle Assessment (LCA) che valuta l’impronta ambientale di un prodotto o di un servizio, lungo il suo intero ciclo di vita e permette alle imprese di valutarne l’impatto ambientale.

Packaging sostenibile e aziende

Nella valutazione globale nella scelta delle aziende di packaging sostenibile va certamente considerata la voce di costo. Non è raro infatti assistere a buone intenzioni, che naufragano miseramente al momento della valutazione economica. In Italia al momento la percentuale di packaging sostenibile si attesta al 6,2%, una cifra però destinata nei prossimi anni a crescere vertiginosamente almeno stando ad indagini in corso. 

C’è anche da dire che la crescente attenzione delle grandi realtà industriali in materia di sostenibilità e salvaguardia dell’ambiente, alle logiche del Green marketing e alla filosofia del green packaging, stanno trainando il mercato, portando a tendere a un reale cambio di paradigma d’acquisto.

Il packaging sostenibile è un risparmio per l’azienda? 

Ve lo dico subito, la risposta è SI. Si stima che le fasi di progettazione incidano all’80% circa degli sprechi di energia, materiali, ecc. connessi al packaging, per cui è proprio in questa fase che le aziende possono intervenire efficacemente.

Il processo, dall’ideazione progettazione nell’ottica della sostenibilità e della riduzione dell’impatto ambientale si chiama eco-design e va dallo studio, alla produzione, alla vendita sul mercato fino al fine vita.

Un percorso di eco-design del packaging, chiamato anche “Life Cycle Design”, punta alla prevenzione dell’impatto ambientale, con attenzione a tutte le fasi del ciclo di vita. Una costante attività di ricerca sulle soluzioni migliori da adottare per raggiungere gli obiettivi attesi in termini di risparmio di risorse e di risultati di raccolta e riciclabilità dei materiali in carta e cartone.

I principali benefici dell’eco-design sono:

  1. Ambientale: less is more, un minore impatto nello sviluppo dei prodotti e una maggiore e migliore attuazione della legislazione ambientale
  2. Economico: l’ottimizzazione nell’uso delle risorse genera minor impatto e comporta un risparmio anche per l’impresa produttrice
  3. Sociale: il rispondere alla crescente sensibilità dei consumatori migliora l’immagine dell’azienda e aumenta la competitività

Quali i materiali per un packaging sostenibile?

Il primo pensiero va alla carta, regina indiscussa dei materiali adottati nel packaging sostenibile. Ma in realtà sono molti i materiali che rientrano in questa “rosa”. La tendenza  l’utilizzo di materie prime naturali, biodegradabili o provenienti da fonti rinnovabili, ma ve ne sono diversi:

  • la carta e il cartone;
  • le soluzioni che sfruttano tecnologie avanzate capaci di trasformare materie prime vegetali o scarti alimentari in rivestimenti biocompatibili: involucri ottenuti dal mais (anche se non riutilizzabili), dai funghi o dalle alghe;
  • le bioplastiche che si decompongono in qualche settimana;
  • le fibre di legno vergine;
  • il tessuto non tessuto a base di cotone rigenerato;
  • il cartone ondulato, flessibile, pratico ed ecologico, facilmente smaltibile e riutilizzabile;
  • le plastiche biodegradabili, ad esempio plastiche che si sciolgono al sole;
  • il pluriball biodegradabile;
  • il polietilene ad alta densità;
  • la cellulosa;
  • il vetro.

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sviluppo sostenibile

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